Perfetto French

Patrizia Gazzotti

La Frenci si mangia le unghie. Non c’è nulla da fare, non riesce a levarsi il vizio, soprattutto quando si annoia. Pensare che guarda tutti i video su Instagram che mostrano come farsi la french manicure per avere unghie lunghe e perfette. Li guarda e riguarda per imparare come si fa, ma poi si mangia le unghie. Mentre è in una situazione come questa, bloccata in auto, incastrata tra borsoni e valige, una specie di tormento le sale dallo stomaco e le corre per le braccia, le gambe e così lei si sfoga con le unghie. Vorrebbe scalpitare come un cavallo, invece è incastrata tra le borse preparate maniacalmente da suo padre, i giocattoli di suo fratello scelti per la spiaggia e il beauty case vintage della madre. Ascolta la compilation del suo Samsung con le cuffiette ficcate nelle orecchie, per essere sicura di sigillarsi in se stessa e nei suoi pensieri. Intanto la Kia Carens nera della sua famiglia, con il getto esaurito dell’aria condizionata, s’infila come un tonno di branco nel traffico del venerdì pomeriggio dell’A1 verso Bologna, puntando dritta Zadina di Cesenatico. Anche quest’anno, stesso copione. Hanno solo provato a variare gli orari, cercando di trovare la formula della partenza intelligente, ma evidentemente è un algoritmo al di fuori della loro portata. Ma le cose cambieranno. Ne è sicura.
Non vuole certo ridursi a fare la vita dei suoi genitori. Suo padre schiavizzato in ufficio, che si accontenta della partita di calcetto del venerdì sera con gli amici di gioventù: chi stempiato, chi in sovrappeso, tutti sudaticci ma con l’agonismo di una finale di Champions League. Un teatrino patetico a cui ha dovuto assistere qualche volta per forza maggiore. Sua madre, addetta alle paghe in Comune, accanita fan delle trasmissioni di cucina, sta facendo la cresta sulla spesa per racimolare un gruzzoletto che le permetterà di realizzare il suo sogno: andare al ristorante di Chef Cracco per togliersi lo sfizio di vedere se il suo affascinante sadismo è solo una messa in scena. La Frenci non sopporta neanche suo fratello Luca, sempre entusiasta per tutto, pronto a correre dietro a un pallone insieme a uno stuolo di undicenni instupiditi come lui dall’uso smodato di PlayStation. A lei non basta questo. Vuole di più. Sogna spesso, soprattutto quando ascolta la sua musica sparata a tutto volume nelle cuffiette. See you again, Up down funkie… È su un palco, luci puntate, effetti speciali, vestiti minimali rigorosamente sexy. E unghie lunghe, con french perfetto… Sta cantando e la sua voce risuona negli studi televisivi. Il pubblico si alza in piedi e applaude. La giuria si guarda con stupore e soddisfazione: grande performance. È proprio lei che stanno cercando: esultano! Ha talento, bellezza, personalità… Nel tripudio di lustrini e al culmine del suo acuto migliore, Luca irrompe bruscamente nella scena: “Mi scappa la pipì!”. “Ma se l’hai fatta prima di partire?”, gli urla la Frenci. Ma quando scappa, scappa. La mamma lo sa e il papà non vuole certo rischiare che la faccia in auto. Non ha ancora finito di pagare le rate, figuriamoci. Per fortuna c’è il cartello che indica un autogrill a pochi chilometri. Basta che resista ancora un attimo. “Ce la fai, vero, Luca, ad aspettare un minutino? L’autogrill è qui vicino, ci fermiamo subito”. La Kia mette la freccia e svolta a destra, verso il porto sicuro dell’autogrill. La mamma si affretta ad accompagnare Luca verso i bagni, correndo come se fosse una questione di vita e di morte. La Frenci li guarda disgustata. Suo padre intanto cerca le frequenze di Isoradio per avere la conferma di quello che si vede alzando gli occhi: si, c’è traffico. Code a tratti da Casalecchio alla diramazione per Ravenna.
Mentre la Frenci sta decidendo se entrare o no in autogrill, le passa a fianco una sagoma nera. Sembra una donna e indossa un lungo abito scuro. Le pare che quel velo si chiami chador, pensa la Frenci e vedendole il viso, in parte coperto, nota con stupore che si tratta di una ragazza giovane. Forse hanno la stessa età. È accompagnata da uomini più grandi di lei, appena scesi da un’auto parcheggiata a poca distanza dalla loro. Parlano in arabo e si dirigono verso l’autogrill. Per pochi istanti, le due ragazze si scambiano uno sguardo e la Frenci rimane quasi folgorata: da sotto il velo sbucano dita affusolate con perfetto french! Semplice, ma impeccabile. Decide di aspettare fuori e non entra in autogrill. Preferisce specchiarsi nella vetrata dell’ingresso che a tratti si apre e chiude per lasciare passare la gente. Attraverso il vetro continua a seguire quella ragazza spostarsi come un lugubre fantasma tra la gente sudata che ride in canottiera, pantaloni corti, abiti colorati, pronti per il rito della balneazione romagnola. La Frenci ripensa a quelle unghie così belle sotto al velo. A un tratto la ragazza nero-vestita si blocca in mezzo alle persone che bevono bibite e mangiano patatine, poi urla qualcosa. Qualcosa di incomprensibile. Ed è la fine del mondo.